Nella bassa Romagna ravennate, tra i Comuni di Massa Lombarda e di Conselice, si trova la piccola frazione di San Patrizio che prende il nome dalla chiesa locale.
Una chiesa dedicata al Santo Patrono dell’Irlanda in piena Romagna: ebbene si.
Sappiamo che, nel X secolo, era abbastanza diffusa in zona la presenza di missionari provenienti dal nord Europa.
Dopo il 1000 si riaccese, inoltre, un impetuoso sentimento religioso, accompagnato anche da un forte risveglio sociale ed economico. Si moltiplicarono, in questo periodo, i pellegrinaggi verso Roma e la Terra Santa.
La zona di Conselice, ricca di boschi, era in prossimità del corso del Po di Primaro: una terra ricca di approdi e piccoli porti (caput).
I primi insediamenti della zona sono databili tra il IX ed il X sec. d. C., ed il primo edificio religioso fu probabilmente un “monasterium“: un oratorio che sarà poi ingrandito sino a divenire una Pieve. Gli scavi condotti nel 2009 all’interno della chiesa hanno evidenziato diverse strutture riferibili al X, al XVII ed al XVIII secolo, più alcune tombe del XVII-XVIII secolo.
L’edificio di X secolo presentava pianta rettangolare, navata unica e dimensioni di metri 20 x 9, forse con abside costruita con materiali romani di reimpiego.
Le alluvioni portarono ad un progressivo innalzamento del piano di calpestio, testimoniato anche dal rialzamento della soglia dell’ingresso laterale, per mezzo della messa in opera di due blocchi di gesso squadrati dell’altezza di poco meno di mezzo metro.
A questo periodo risale forse anche la costruzione del campanile, di cui è stato individuato il basamento (m. 5 x 5), ornato anch’esso all’esterno da lesene angolari.
Grazie alle fonti storiche ed ai dati archeologici, sappiamo che la chiesa fu oggetto di un radicale intervento di restauro all’inizio del XVII secolo, ed arrivò fino alle dimensioni di metri 24,3 x 8,9.
Nello stesso periodo, tra le altre trasformazioni, avvenne la demolizione del campanile, al cui posto venne eretta la canonica. Si alzò ulteriormente anche il piano di calpestio, utilizzato anche come area sepolcrale.
Nuovi lavori ebbero poi luogo a metà del XVIII e tra la metà e la fine del XIX secolo: questi ultimi, in particolare, cambiarono del tutto l’aspetto della chiesa, rendendola come ancora la vediamo oggi.
Oggi, dopo lo scavo archeologico e vari interventi di restauro, alcuni dei reperti sono stati esposti e spiegati tramite pannelli all’interno della chiesa stessa e, grazie a lastre trasparenti, sono visibili, sotto alla pavimentzione, alcune delle tombe indagate dagli archeologi.
Anche qui Historia S.n.c. collaborerà con don Antonio nel tentativo di far conoscere questo territorio, cercando, nello stesso tempo di far avvicinare i più giovani alla storia del loro territorio.
Come? Come al solito restate “in zona” e lo scoprirete.